
Artrosi della mano e Rizartrosi
L'artrosi è una patologia degenerativa delle articolazioni. Ossia si assiste ad un progressivo consumo della cartilagine articolare (cioè la cartilagine che ricopre l'osso nelle articolazioni) fino alla completa scopertura dell'osso sottostante.
La gravità dell'artrosi non dipende solo dal quadro radiografico, ma soprattutto da quello clinico e funzionale: quando una mano o uno o più dita non sono in grado di eseguire con vigore una presa o semplicemente di flettersi l'artrosi deve essere curata (vedi sotto).
Per rizartrosi si intende l'artrosi specifica tra il trapezio ed il 1° metacarpale (praticamente la base del pollice). Essendo il pollice il dito dell'opposizione il suo uso continuo può condurre alla deformazione progressiva di tale articolazione fino a caratterizzare un preciso deficit di forza alla presa (anche solo di un ago).
L'artrosi delle dita invece interessa sempre le articolazioni interfalangee riducendone via via la funzionalità. Nell'artrite reumatoide la deformazione avviene alla metacarpo-falangea a tal punto da configurare nei casi più seri le cosiddette dita a "colpo di vento".
Gli esami
Spesso è sufficiente una radiografia delle mani nelle 2 proiezioni.
La Risonanza Magnetica Nucleare può essere utile nei casi di osteonecrosi, di esiti infettivi, di patologie tumorali o di patologie associate. La Tomografia Computerizzata può essere utile nello studio dei corretti rapporti tra le varie ossa del carpo.
Per il completamento degli studi possono essere necessari anche esami ematochimici per lo studio dei markers reumatici, una scintigrafia ossea (tumori, infezioni, mobilizzazioni protesiche), un ecolorodoppler ed un'elettromiografia (esclusione di concomitante sofferenza del nervo mediano al tunnel carpale o del nervo ulnare al canale di Guyon).
La clinica
L'esame clinico è mirato alla valutazione dell'articolarità delle dita e del polso; alla valutazione delle deformità, della presenza di dolore e della sua irradiazione, della presenza di sensibilità di parestesie e di forza alla presa. Vanno indagati anche i riflessi osteotendinei per l'esclusione di patologie neurologiche.
La terapia
La terapia dipende sempre dalla sofferenza del paziente intesa non solo come dolore, ma anche come limitazione funzionale.
Possono essere utili la ginnastica di mobilizzazione, le cure fisiche (laser, ultrasuoni, ionoforesi, tecar ecc.), le cure termali (fangoterapia, idroterapia ed idrokinesi terapia). Anche le ortesi, come tutori di polso o di pollice, possono essere utili per ridurre la sintomatologia in virtù di una abolizione del movimento dell'articolazione sofferente.
Il trattamento chirurgico è riservato ai casi di notevole deformità, ai casi di perdita della funzione e a casi di mancata risoluzione del dolore. Le opzioni chirurgiche sono diverse e vanno dall'artrodesi (fusione tra ossa vicine) alla sostituzioni funzionali alla protesizzazione delle falangi o di una o più ossa del carpo.
La riabilitazione
La riabilitazione è orientata al recupero dell'articolarità delle sedi sottoposte ad intervento fino al completo ripristino (ove possibile) della stessa.
L'artrosi è una patologia degenerativa delle articolazioni. Ossia si assiste ad un progressivo consumo della cartilagine articolare (cioè la cartilagine che ricopre l'osso nelle articolazioni) fino alla completa scopertura dell'osso sottostante.
La gravità dell'artrosi non dipende solo dal quadro radiografico, ma soprattutto da quello clinico e funzionale: quando una mano o uno o più dita non sono in grado di eseguire con vigore una presa o semplicemente di flettersi l'artrosi deve essere curata (vedi sotto).
Per rizartrosi si intende l'artrosi specifica tra il trapezio ed il 1° metacarpale (praticamente la base del pollice). Essendo il pollice il dito dell'opposizione il suo uso continuo può condurre alla deformazione progressiva di tale articolazione fino a caratterizzare un preciso deficit di forza alla presa (anche solo di un ago).
L'artrosi delle dita invece interessa sempre le articolazioni interfalangee riducendone via via la funzionalità. Nell'artrite reumatoide la deformazione avviene alla metacarpo-falangea a tal punto da configurare nei casi più seri le cosiddette dita a "colpo di vento".
Gli esami
Spesso è sufficiente una radiografia delle mani nelle 2 proiezioni.
La Risonanza Magnetica Nucleare può essere utile nei casi di osteonecrosi, di esiti infettivi, di patologie tumorali o di patologie associate. La Tomografia Computerizzata può essere utile nello studio dei corretti rapporti tra le varie ossa del carpo.
Per il completamento degli studi possono essere necessari anche esami ematochimici per lo studio dei markers reumatici, una scintigrafia ossea (tumori, infezioni, mobilizzazioni protesiche), un ecolorodoppler ed un'elettromiografia (esclusione di concomitante sofferenza del nervo mediano al tunnel carpale o del nervo ulnare al canale di Guyon).
La clinica
L'esame clinico è mirato alla valutazione dell'articolarità delle dita e del polso; alla valutazione delle deformità, della presenza di dolore e della sua irradiazione, della presenza di sensibilità di parestesie e di forza alla presa. Vanno indagati anche i riflessi osteotendinei per l'esclusione di patologie neurologiche.
La terapia
La terapia dipende sempre dalla sofferenza del paziente intesa non solo come dolore, ma anche come limitazione funzionale.
Possono essere utili la ginnastica di mobilizzazione, le cure fisiche (laser, ultrasuoni, ionoforesi, tecar ecc.), le cure termali (fangoterapia, idroterapia ed idrokinesi terapia). Anche le ortesi, come tutori di polso o di pollice, possono essere utili per ridurre la sintomatologia in virtù di una abolizione del movimento dell'articolazione sofferente.
Il trattamento chirurgico è riservato ai casi di notevole deformità, ai casi di perdita della funzione e a casi di mancata risoluzione del dolore. Le opzioni chirurgiche sono diverse e vanno dall'artrodesi (fusione tra ossa vicine) alla sostituzioni funzionali alla protesizzazione delle falangi o di una o più ossa del carpo.
La riabilitazione
La riabilitazione è orientata al recupero dell'articolarità delle sedi sottoposte ad intervento fino al completo ripristino (ove possibile) della stessa.