ARTROSI DELL'ANCA O COXARTROSI
L'artrosi è una patologia degenerativa delle articolazioni. Ossia si assiste ad un progressivo consumo della cartilagine articolare (cioè la cartilagine che ricopre l'osso nelle articolazioni) fino alla completa scopertura dell'osso sottostante.
La gravità dell'artrosi non dipende solo dal quadro radiografico, ma soprattutto da quello clinico: quando un'anca non consente di camminare o perché non in grado di sostenere il peso del corpo o perché troppo dolorante l'artrosi deve essere curata (vedi sotto).
Gli esami
Spesso è sufficiente una radiografia del bacino con assiali d'anca o anche solo una radiografia dell'anca nelle 2 proiezioni antero-posteriore e laterale. Utile anche la proiezione ascellare. La radiografia consente di valutare il grado di deformazione articolare, la presenza o meno della rima articolare, la presenza di osteofiti e geodi o gli esiti di una displasia dell'anca.
La Risonanza Magnetica Nucleare può essere utile nei casi di osteonecrosi, di esiti infettivi, di patologie tumorali, di patologie associate a livello della colonna lombare o della cavità addominale. La Tomografia Computerizzata può essere utile nello studio dello spessore osseo del cotile, nello studio della geometria del canale diafisario o del tipo di neoplasia.
Per il completamento degli studi possono essere necessari anche una scintigrafia ossea (tumori, infezioni, mobilizzazioni protesiche) ed un ecolorodoppler dell'asse aorto-iliaco al fine di escludere patologie vascolari.
La clinica
L'esame clinico è mirato alla valutazione dell'articolarità dell'anca (flesso--estensione, adduzione-abduzione, rotazione interna ed esterna), alla dismetria, alla capacità di sostegno del peso del corpo in stazione monopodalica (trendelemburg), alla localizzazione ed irradiazione del dolore (diagnosi differenziale con le cruralgie, le ernie inguino-crurali e le patologie vascolari) alla presenza di sofferenza cellulitica, cutanea, alla presenza di pregresse cicatrici, agli esiti infettivi o di poliomielite.
La terapia
La terapia dipende sempre dalla sofferenza del paziente intesa non solo come dolore, ma anche come limitazione funzionale (dalla limitazione della deambulazione al deficit in stazione eretta). L'età del paziente è, oggi, meno importante in quanto le richieste funzionali sono sempre più in crescita.
Possono essere utili la ginnastica di rinforzo della muscolatura della coscia e dei glutei, la cyclette senza resistenza, le cure fisiche (laser, ultrasuoni, ionoforesi, tecar ecc.), le infiltrazioni con acido ialuronico a basso od alto peso molecolare (meglio se sotto guida ecografica), le cure termali (fangoterapia, idroterapia ed idrokinesi terapia).
La protesi totale è la scelta definitiva. Per protesi totale si intende la sostituzione sia della parte del bacino (acetabolo) sia della testa femorale. Vi sono diversi design protesici che vengono selezionati a seconda del tipo di paziente, di danno osseo o di difetto osseo e prevede in tutti i casi un'attenta pianificazione preoperatoria.
La riabilitazione
La riabilitazione è orientata al recupero dell'articolarità dell'anca che inizia già pochi giorni dopo l'intervento per mezzo della rieducazione col fisioterapista che si occuperà di ripristinare il movimento completo e di restituire una corretta deambulazione, anche se con bastoni, ed una efficiente muscolatura con esercizi appositamente studiati. E' molto importante in questa fase evitare i movimenti di rotazione secondo le indicazioni del chirurgo perché potrebbero facilitare una lussazione protesica.
La fisioterapia solitamente prosegue per qualche mese anche dopo la dimissione ospedaliera con esercizi domiciliari ad hoc.
L'artrosi è una patologia degenerativa delle articolazioni. Ossia si assiste ad un progressivo consumo della cartilagine articolare (cioè la cartilagine che ricopre l'osso nelle articolazioni) fino alla completa scopertura dell'osso sottostante.
La gravità dell'artrosi non dipende solo dal quadro radiografico, ma soprattutto da quello clinico: quando un'anca non consente di camminare o perché non in grado di sostenere il peso del corpo o perché troppo dolorante l'artrosi deve essere curata (vedi sotto).
Gli esami
Spesso è sufficiente una radiografia del bacino con assiali d'anca o anche solo una radiografia dell'anca nelle 2 proiezioni antero-posteriore e laterale. Utile anche la proiezione ascellare. La radiografia consente di valutare il grado di deformazione articolare, la presenza o meno della rima articolare, la presenza di osteofiti e geodi o gli esiti di una displasia dell'anca.
La Risonanza Magnetica Nucleare può essere utile nei casi di osteonecrosi, di esiti infettivi, di patologie tumorali, di patologie associate a livello della colonna lombare o della cavità addominale. La Tomografia Computerizzata può essere utile nello studio dello spessore osseo del cotile, nello studio della geometria del canale diafisario o del tipo di neoplasia.
Per il completamento degli studi possono essere necessari anche una scintigrafia ossea (tumori, infezioni, mobilizzazioni protesiche) ed un ecolorodoppler dell'asse aorto-iliaco al fine di escludere patologie vascolari.
La clinica
L'esame clinico è mirato alla valutazione dell'articolarità dell'anca (flesso--estensione, adduzione-abduzione, rotazione interna ed esterna), alla dismetria, alla capacità di sostegno del peso del corpo in stazione monopodalica (trendelemburg), alla localizzazione ed irradiazione del dolore (diagnosi differenziale con le cruralgie, le ernie inguino-crurali e le patologie vascolari) alla presenza di sofferenza cellulitica, cutanea, alla presenza di pregresse cicatrici, agli esiti infettivi o di poliomielite.
La terapia
La terapia dipende sempre dalla sofferenza del paziente intesa non solo come dolore, ma anche come limitazione funzionale (dalla limitazione della deambulazione al deficit in stazione eretta). L'età del paziente è, oggi, meno importante in quanto le richieste funzionali sono sempre più in crescita.
Possono essere utili la ginnastica di rinforzo della muscolatura della coscia e dei glutei, la cyclette senza resistenza, le cure fisiche (laser, ultrasuoni, ionoforesi, tecar ecc.), le infiltrazioni con acido ialuronico a basso od alto peso molecolare (meglio se sotto guida ecografica), le cure termali (fangoterapia, idroterapia ed idrokinesi terapia).
La protesi totale è la scelta definitiva. Per protesi totale si intende la sostituzione sia della parte del bacino (acetabolo) sia della testa femorale. Vi sono diversi design protesici che vengono selezionati a seconda del tipo di paziente, di danno osseo o di difetto osseo e prevede in tutti i casi un'attenta pianificazione preoperatoria.
La riabilitazione
La riabilitazione è orientata al recupero dell'articolarità dell'anca che inizia già pochi giorni dopo l'intervento per mezzo della rieducazione col fisioterapista che si occuperà di ripristinare il movimento completo e di restituire una corretta deambulazione, anche se con bastoni, ed una efficiente muscolatura con esercizi appositamente studiati. E' molto importante in questa fase evitare i movimenti di rotazione secondo le indicazioni del chirurgo perché potrebbero facilitare una lussazione protesica.
La fisioterapia solitamente prosegue per qualche mese anche dopo la dimissione ospedaliera con esercizi domiciliari ad hoc.